La situazione nel noccioleto

L’inverno praticamente non c’è stato, messo tra parentesi da belle giornate e temperature miti. Tra gennaio e febbraio la fioritura è stata abbondante e l’impollinazione perfetta.

Adesso le gemme a fiore si presentano ingrossate e ben nutrite, premessa per un gran raccolto. Per non farcelo sfuggire, seguiamo attentamente le indicazioni seguenti.

Eriofide

Ci sono tanti noccioleti con una elevata percentuale di galle (>20%). La primavera 2019 è stata particolarmente difficile, con basse temperature e piogge abbondanti, che hanno prolungato la migrazione dell’eriofide e reso difficile entrare in campo per interventi tempestivi.

Quest’anno non lasciamo che la situazione ci sfugga di mano!

In questo momento, le galle si stanno aprendo. Monitorate la migrazione delle neanidi (stadi giovanili) dell’eriofide con l’aiuto di una lente. Informazioni utili dai bollettini Agrion o sulla piattaforma www.nocciolare.it .

Il ciclo

In primavera, dopo il germogliamento (quando le temperature giornaliere raggiungono 15-20 °C), dalle galle escono le forme giovanili, che vanno a colonizzare nuove gemme sane. Lì diventano adulti, si accoppiano e danno origine a popolazioni molto numerose. Succhiando la linfa, deformano i tessuti e trasformano la gemma in una nuova galla, da cui riprenderà il ciclo la primavera successiva. La migrazione dalle galle alle nuove gemme dura più di un mese, a seconda delle temperature.

Interventi

Quando: a inizio migrazione (a partire da questa settimana, negli ambienti più precoci). Prodotto: zolfo + resine di conifere, che ne aumentano adesività e persistenza. Dose: 5 – 10 kg/ettaro.

È importante effettuare un’abbondante bagnatura per coprire la totalità della vegetazione, al fine di bloccare completamente la migrazione.

Da ripetere dopo 15-20 gg, nel caso la migrazione vada per le lunghe (basse temperature, piogge…), o infestazione elevata.

L’eriofide è controllato da una serie di limitatori naturali (insetti e acari che lo predano già nelle  gemme). Lavorano per noi e lo zolfo li rispetta. Riserviamo gli acaricidi (Clofentezine, Abamectina) ai casi più gravi. È importante valutare l’entità di ogni infezione per decidere la strategia da attuare.

Cascola dei frutticini

Nel 2019 il fenomeno è stato drammatico. Tra giugno e luglio è caduta più della metà di quella che credevamo fosse la produzione. In realtà quelle nocciole erano vuote. Dentro al guscio il seme non c’era, o era abortito.

La biologia fiorale del nocciolo è particolare. Fioritura e impollinazione avvengono tra gennaio e febbraio, ma la fecondazione dell’ovulo (che dà origine al seme) avviene soltanto a maggio, 4 mesi dopo. La nocciola può svilupparsi anche senza fecondazione, così da lasciarci credere che la produzione sia abbondante, per poi precipitarci nella delusione più amara.

Cosa è successo nel 2019?

Aprile è stato il mese più freddo degli ultimi 25 anni, a maggio si sono alternati picchi di caldo e freddo. Questi sbalzi di temperatura stressano la pianta nel momento più delicato, quando il tubulo pollinico sta per fecondare l’ovario (aprile), oppure subito dopo la fecondazione (maggio), facendolo abortire.

Abbiamo verificato che, accanto a noccioleti che hanno avuto una cascola ingente (superiore al 50%), ci sono stati impianti con danni marginali (<10%).

I nostri approfondimenti hanno evidenziato che non c’è stata cascola nelle seguenti situazioni:

  • assenza di carenze nutrizionali (microelementi all’analisi fogliare)
  • applicazioni fogliari di amminoacidi a catena corta
  • potatura regolare (equilibrio vegetativo)
  • sostanza organica nel suolo

Come intervenire?

Gli stress termici agiscono sui processi metabolici. Mettiamo a disposizione delle piante tutti gli elementi di cui hanno bisogno, in particolare aminoacidi e micro-elementi (Boro, Ferro, Manganese e Zinco) che sono coinvolti nei processi di fecondazione, sviluppo vegetativo e tolleranza al freddo.

Rimaniamo a disposizione per eventuali dubbi e/o delucidazioni.